IL QUESTIONARIO
J: Concludiamo ogni serata con un questionario, diciamo linguistico e psicologico insieme. Ovviamente, sono davvero felice di chiederti... la tua parola preferita?
R: Raffinatezza.
J: Sentito? Una risposta interessante! La parola che ami di meno?
R: Rozzo.
J: La tua parolaccia preferita?
R: Questo è difficile! Ce n'è una che uso continuamente...
J: E' quella che voglio sapere!
R: Beh, si usa cazzo, si usa vaffanculo, direi...
J: Ed è la tua preferita?
R: Stronzo, anche...
J: Vedi, ci stiamo avvicinando!
R: Mah, sai, sono parolacce standard!
J: Quale mestiere oltre al tuo vorresti provare a fare?
R: Forse vorrei cantare od occuparmi di musica. Ci ho pensato!
J: Quale mestiere non vorresti mai fare per nessun motivo?
R: Qualunque cosa sia... banale.
J: Un lavoro d'ufficio a orario fisso?
R: Forse una cosa così.
J: Se esistesse il Paradiso, che cosa vorresti dire a Dio al tuo arrivo?
R: Beh, se esiste, Dio dovrà rendermi conto di un sacco di cose!
J: Truffaut ha definito il cinema come la verità 24 volte al secondo. Moltiplicate quelle 24 per il numero dei fotogrammi dei film di Robert De Niro e forse avrete un idea della sua importanza per l'arte del cinema e del valore della sua presenza qui! Grazie ancora Bob!
R: Grazie a te!
DOMANDE DEL PUBBLICO
P: Ciao! Mi chiamo Carrie Lovelace e studio srittura drammaturgica. Che cosa ci consiglieresti di fare per crescere nel nostro mestiere?
R: L'unica cosa che direi è che dovete cercare di rendere quello che fate, specialmente adesso che non avete niente da perdere, il più personale possibile, di esprimere le vostre reali emozioni.
Questo renderà molto più interessante quello che fate.
Non dovete avere paura di rischiare, non fate le cose perché la gente... alcuni sono bravi a fare quello che la gente vuole vedere... usano una tecnica e la usano molto bene.
Questo è utile, altri non lo sanno proprio fare, non sanno nemmeno da che parte cominciare; io penso che sia sempre più interessante fare qualcosa di genuinamente nostro.
Non importa quanta paura abbiate delle reazioni degli altri, bisogna fare del proprio meglio.
Non importa quanto vi sembri folle o delirante quello che fate.
Bisogna seguire il proprio istinto se ci si vuole distinguere dagli altri.
P: Salve! Mi chiamo Yvette Brooks e studio recitazione. Come comincia il lavoro? Sempre allo stesso modo o a seconda dei film?
R: Sono tutti diversi, ogni progetto è diverso, ho fatto le prove in modo diverso.
Alcuni registi non fanno molte prove, non sanno nemmeno che cosa siano.
Io provengo da un periodo in cui i registi venivano dal teatro, e a teatro si fanno le prove.
Se lavori con un regista come Kazan, devi fare le cose in modo tradizionale, che è un ottimo metodo.
Altri registi non hanno avuto quel tipo di tirocinio, non vengono da quella tradizione, ma hanno una sensibilità per gli attori e li portano a fare grandi interpretazioni.
Sono registi che ti sostengono e ti danno un'enorme quantità di spazio.
E' sempre diverso, ogni situazione è diversa.
A volte comincio con un lavoro sul corpo.
A volte invece dico... beh, di solito parto dal corpo e lavoro all'indietro.
Lo scopo delle prove è fare scoperte, si scoprono cose del personaggio.
La cosa più utile del fare le prove è il viaggio di scoperta.
Ci vuole tempo per approfondire le cose.
P: Mi chiamo Middlebrook e studio regia. Quello che mi interessa adesso è: quando devi filmare una scena e ti capita di non riuscire a trovare una soluzione creativa, c'è una specie di repertorio di trucchi del mestiere che ti aiuta a girarla?
R: Quando ti troverai in quella situazione troverai le risposte, un momento dopo l'altro, un secondo dopo l'altro, un giorno dopo l'altro.
Troverai risposte e affronterai il problema e come ogni altro momento chiave della tua vita.
In ogni situazione personale affronti i problemi giorno per giorno e li risolvi uno alla volta, buona o cattiva che sia trovi la soluzione.
La soluzione è sempre in come si affronta il problema...
Specialmente con Scorsese ci siamo a volte detti: "Beh, sai ora sono convinto di doverlo fare in questo modo, ma sai una cosa, facciamolo opposto, solo per il gusto di farlo opposto!", oppure dicevamo "Non c'è altra scelta, bisogna fare così e basta!".
Non c'è modo di evitarlo, perciò buttati e fallo.
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